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Topic - savi_nero

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Brochure, pubblicità d'epoca, abbigliamento tecnico (tute, caschi, guanti etc. ), nonchè articoli e guide realizzati da noi o meno. / L'Arte della Sicurezza in Moto
Voglio aprire questo topic su un argomento importante, che sta a cuore a tutti noi e, spesso, trscurato.
Lo voluto fare dopo aver iniziato a leggere un libro sull'argomento:
L'Arte della Sicurezza in Moto di Claudio Angeletti,
Naturalmente, c'è da rispettare i diritti e non ne possiamo fare un uso commerciale, ma commentarlo ed analizzarlo non è vietato. In particolare:

- il libro è e rimane sempre a disposizione di chiunque lo voglia leggere e stampare per uso personale.
- può essere scaricato gratuitamente dal sito dell’Associazione Vision Zero ONLUS1 (www.visionzero.org) senza alcun obbligo di registrazione, né iscrizione all’associazione, né altro, perché l'autore vuole assicurargli la massima diffusione.

Il suo uso è soggetto alle seguenti limitazioni:
1. Non si può usare il libro o sue parti nell’ambito di iniziative che hanno scopo di lucro, salvo autorizzazione scritta dell’autore.
2. Si può usare il libro o sue parti per scopi non lucrativi, ma a condizione che siano citati il nome dell’autore, il titolo dell’opera e la presente avvertenza.

Se poi il libro è piaciuto, l'autore sarò grato a chi vorrà dare il vostro sostegno all’Associazione.

Una copia in pdf è presente anche nella cartella Documentazione Tecnica/Altro del nostro spazio su Dropbox.
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Brochure, pubblicità d'epoca, abbigliamento tecnico (tute, caschi, guanti etc. ), nonchè articoli e guide realizzati da noi o meno. / Vendere la Moto per potersi sposare.
Sul gruppo di WhatsApp dei Hawkfriend Romani si è accesa una sentita discussione da quando uno di noi ha comunicato che probabilmente deve vendersi il Falco per far fronte alle spese dell'imminente matrimonio.
Tutti lo abbiamo capito, alcuni hanno apprezzato la sua decisione, altri gli hanno consigliato di non farlo.
Dato che la sede istituzionale delle diverse opinioni è il forum, si apre questo topic per discutere se è giusto rinunciare, si spera temporaneamente, alla propria passione, per far fronte a delle impellenti necessità economiche, come, ad esempio un matrimonio.
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Brochure, pubblicità d'epoca, abbigliamento tecnico (tute, caschi, guanti etc. ), nonchè articoli e guide realizzati da noi o meno. / Perchè l'Honda ha interrotto la produzione del CX e del Nighthawk?
Sono il felice proprietario di due modelli dei primi anni '80 dell'Honda: il CX 500 Custom e il CB 650 Nighthawk DOCH.

Oltre alla trasmissione a cardano e le dimensioni della ruota posteriore hanno una caratteristica che le accomuna: dopo aver investito molte risorse nella progettazione e nello sviluppo di queste moto, per alcuni aspetti decisamente rivoluzionarie, un discreto successo commerciale, l'Honda ha di interrompere la produzione, per motivi di marketing

Analizzando la produzione di quel periodo vorrei approfondire le cause che hanno portato a prendere quella decisione.

L'Honda, il più grande produttore di motociclette del mondo, aveva identificato con la futuristica sigla CX una serie di sui modelli, caratterizzati dal motore bicilindrico a V, raffreddato ad acqua trasmissione a cardano. Dal 1978 al 1986 sono stati diversi modelli, tra cui il primo turbo, ed aumentata la cilindrata, per coprire la domanda di mercato con una offerta diversificata su modelli stradali, custom e sportivi. Dopo aver investito molte risorse nella progettazione e nello sviluppo di questa moto, per alcuni aspetti decisamente rivoluzionaria, di interrompere la produzione. E lo ha fatto dopo aver aggiornato tutti i modelli ed aver aumentato la cilindrata da 500 a 650 c.c..

Il Nighthawk DOCH CB 650 è l'evoluzione del mitico propulsore delle Four, con il doppio albero di distribuzione, 4 valvole per cilindro, regolazione pneumatica delle valvole, raffreddamento aria/olio e la trasmissione cardanica. Era stato pensato nel 1982 per il mercato Stelle e Strisce, ma alcuni modelli, tra cui il 650 cc. è stato importato in altri paesi. In Italia dal 1985 sono stati commercializzate soltanto le cilindrate di 450 e 650 cc. Fino alla fine del 1987 sono stati immatricolate circa 3.500 moto di 650 cc., che, per il tipo ed il costo di quella moto, equivale ad un ottimo successo commerciale, indice che il pubblico aveva apprezzato le scelte fatte.

Poi, per entrambe una interruzione "incomprensibile", ma nella logica di mercato della più importante casa motociclistica mondiale, ogni sua decisione ha una logica. Cerchiamo di interpretarla.

Bisogna immergersi nello specifico periodo storico. L'Honda dopo aver stupito il mondo delle due ruote, stabilito nuove regole di marketing motociclistico, aver aperto il mercato ad un pubblico più vasto con il suo quadricilindrico fronte marcia ed una superiore qualità meccanica, aveva presentato il CX con motore a V a 80° e quattro valvole per cilindro. Oltre al gruppo termico, varia anche la filosofia: i modelli Four si proponevano ai diversi acquirenti con cilindrate diversificate, 750-500-350, ma struttura simile, con il CX la cilindrata era la stessa (prima 500 poi 650), ma i modelli era diversi (stradale, custom e Turbo). Il nuovo bicilindrico frionet marcia dell'Honda, schema già realizzato dalla Guzzi con il suo V7 e successivi modelli, era, senza che gli amici guzzisti se la prendano, una nuova realizzazione, sia per evoluzione delle scelte tecniche che per qualità realizzativa. Poi, nel suo continuo bisogno di migliorarsi, l'Honda ha proposto un quadricilindrico, sempre a V, ma longitudinale la moto, con cui ha alimentato prima il VF-S (moto non particolarmente riuscita), poi il VF-F (migliorata) ed infine il VF-R, con cui ha, giustamente raccolto un successo meritato, con la sorella sportiva VFR-R, meglio conosciuta come RC 30. 
Oltre allo schema a V dei cilindri, trasversale e bicilindrico per il CX e longitudinale e quadricilindrico per la serie VF, propone anche un due tempi ben fatto, la NS 400 R, ma anche il quadricilindrico fronte marcia non viene abbandonato. Nei primi anni '80 si ha il Bol d'Or 750 e poi 900, belli ma troppo anni '70 ed il La stessa disposizione dei cilindri è presente anche nei modelli CBX, anche con un imponente 6 cilindri, e raffreddamento a liquido, nelle nuove CBR (600 e 1.000) con la caratteristica di presentarsi con una caraneratura completa. Si deve riflettere che questa è la produzione di una sola casa per neanche un decennio, che intendeva rimanere il più grande produttore mondiale di motociclette.

Vediamo allora che stava facendo, nel frattempo, la concorrenza. Le case europee, ad eccezione dellla BMW, si sono trovate impreparate. Le case italiane e quelle inglesi sono andate in grande difficoltà, cadendo in una profonda crisi. L'americana Harley Davinson ha ricevuto dal governo americano aiuti sia come pesantissimi dazi e limitazioni per la produzione straniera, sia con una serie di imposizioni "tecniche" che, con la scusa di norme "antinquinamento", puntavano a limitare l'ingresso nel proprio mercato dei nuovi modelli giapponesi. La vera concorrenza veniva unicamente dalle altre case nipponiche.  

<<chi continua? >>
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Brochure, pubblicità d'epoca, abbigliamento tecnico (tute, caschi, guanti etc. ), nonchè articoli e guide realizzati da noi o meno. / Come si impara ad andare in moto?
Giorni fa ero ad un convegno ed un primario chirurgo ha iniziato il suo intervento così: "Sappiate che non esistono scuole per la pratica chirurgica, si diventa bravi chirurghi imparando dai propri errori". Se la sua era una provocazione studiata per cercare l'attenzione dei presenti, dal brusio in sala, l'intento era certamente stato raggiunto. Poi, mentre lui continuava il suo intervento sui nuovi orizzonti della micro chirurgia laser, io pensavo che molte cose si imparano dai propri errori. Anche andare in moto. 

Per spostarmi, sia in città che fuori, uso le due ruote, ormai da oltre 40 anni. Per mia fortuna, non ho avuto incidenti gravi e non sono caduto troppe volte. Avrò percorso più di un milione di chilometri, per cui ho una qualche esperienza e penso che in moto ci so andare. Riflettevo, ma come ho imparato? Anch'io, certamente, dai miei errori! Dal primo, con il mitico Vespino Special appena ritirato e avevo urtato una macchina. Poi a 16 anni è arrivato il Vespone nuovo, con cui il secondo giorno avevo ho tamponato il Maggiolone che mi precedeva. Due vecchie ferite che, più di tante parole, mi hanno fatto capire come varia lo spazio in funzione della dinamica del mezzo.

L'elenco potrebbe continuare. L'esperienza basata sugli errori non riguarda solo quelli nostri, ma, e principalmente, quelli degli altri: lo sportello che si apre di una macchina ferma che si sta superando, la svolta dell'auto senza freccia, l'autobus che quando gira stringe la curva od il pedone che scende dal marciapiede senza guardare. Episodi che, chi è andato in moto ha fatto propri, creando all'interno una attenzione preventiva per una attenta valutazione di quello che può accadere, prima che accada. Questo vale anche per semafori verdi od incroci di cui sia ha la precedenza. Si rallenta sempre, in modo che se passa il "cretino" c'è la possibilità di evitarlo. La curva su un tratto di asfalto che potrebbe risultare scivoloso o con una buca, si prende ad una velocità in cui c'è la possibilità di controllare il mezzo. Ho letto le discussioni a seguito della pubblicazione del filmato in cui un ragazzo inglese, in un tratto di strada di campagna con il cartello "slow", correndo a 160 km/h, ha sbattuto contro una macchina che gli ha attraversato la strada. I genitori, per me giustamente, hanno voluto che il filmato, fatto con la GoPro sul manubrio del figlio, fosse messa su YouTube come monito ad altri giovani a guidare con prudenza. Oltre la drammaticità del filmato, la cosa che mi ha colpito, sono stati che quasi tutti i commenti dei nostri colleghi motociclisti erano contro il conducente della macchina. Le alte velocità si possono raggiungere in pista, o ci si deve assumere il rischio - possibile - che è rappresentato da un eventuale ostacolo che si può incontrare sulla propria strada. Il rischio che comporti la perdita di una vita, principalmente la propria, è inaccettabile. Quindi guido con prudenza, che non vuol dire andare piano, ma semplicemente adeguare l'andatura alla situazione. Chi mi conosce sa, che quando c'è la possibilità, mi piace tirare le marce ed accennare qualche piega in curva. L'adrenalina mi entra nel sangue e mi sento meglio: è la mia Mototerapia.

Adesso non sbaglio più? No, e continuo ad imparare. Ad esempio l'ultima mia  caduta è stata ripartendo  dal semaforo in maniera "robusta", quello davanti frena, io inchiodo e la ruota anteriore si blocca con conseguente scivolone. Ora, ai semafori, riparto più tranquillamente. Comunque, per non farsi male, serve anche una buona dose di fortuna, ma non se ne deve approfittare, e questo vale sempre.

Attenzione poi a trasmettere il nostro entusiasmo, contagiando amici che avevano lasciato le due ruote da tempo. Riprendere la moto dopo i 50 anni ti fa sentire giovane, più di quello che sei, ma i riflessi non sono quelli che ci si ricordava di avere. Poi, può capitare di avere un senso di colpa, perchè ci si sente responsabili di qualche osso rotto che, forse, si poteva evitare. Ovviamente parlo per esperienza personale ed ognuno si comporta come crede.

Ma allora, per imparare ad andare in moto, bisogna sbagliare? Ai miei due figli ho insegnato a guidare con prudenza, non fare cose inutili, anticipare e prevedere i possibili errori, anche quelli degli altri, e quando non se la sentono di lasciare la moto e farsi accompagnare. Nonostante queste indicazioni, che debbo dire hanno bene assimilato, hanno imparato solo quando hanno avuto un impatto vero con l'asfalto, scivolando sul bagnato o passando in un incrocio pensando che fosse libero e non lo era.

Si, si impara ad andare in moto, dagli errori, propri e degli altri.
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Le nostre uscite ed i raduni. / V Raduno Nazionale @hawkfriend 2016
Ragazzi, dobbiamo iniziare a pensarci.
Tutti possono proporre delle candidature, nel senso che non serve dire ci potremmo vedere in un bel posto nella campagna toscana, ma indicare un posto preciso, possibilmente con una indicazione della spesa e dei servizio offerti ed esclusi.

Per esperienza il posto deve avere le seguenti caratteristiche:
- zona baricentrica, facilmente raggiungibile dalla grandi arterie di traffico (autostrada e super strada);
per cui è ideale l'appennino tosco-emiliano, ma non si escludono altri posti;
- recettività di 40 posto (+ o - 10);
- cena (abbondante, buona ed economica), pernotto e prima colazione;
- conviene inserire anche il vino, se no ci massacrano con l'extra;
- posto per trattenerci nel pomeriggio;
- avere un preventivo di massima con una cena standard (poi si decide).

Oltre al posto dobbiamo decidere anche la data (sabato e domenica), per fine maggio primi di giugno, sperando che non piova ed evitando cresime e comunioni.
Il saggio di danza della figlia non è giudicato una scusa valida per non venire.
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Le nostre uscite ed i raduni. / Incontri al SUD
A settembre mi sono visto a San Cesario di Lecce con il mitico Alessio e la sua splendida ragazza.
A quando il prossimo incontro suddista?

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Brochure, pubblicità d'epoca, abbigliamento tecnico (tute, caschi, guanti etc. ), nonchè articoli e guide realizzati da noi o meno. / Come metter la moto sul cavalletto centrale.
io sono di dimensioni limitate e basso peso..... ma la mia ROSSA riesco raramente a metterla sul centrale.... però non so se è colpa mia o del cavalletto.
Martino ti racconto cosa mi è capitato tempo fa.
Sceso in strada, trovo la moto per terra.
Dopo aver finito di dire l'intero rosario, mi piego per tirarla su, come avevo già fatto tante altre volte nel passato.
Nonostante i miei sforzi, non ci riesco, ma due ragazzi mi aiutano a rimetterla sul cavalletto.
Il mio primo pensiero? ... hai visto, anche lei è talmente ingrassata che non ce la faccio più a tirarla su da solo.
:gerg:
Comunque metter la moto sul cavalletto centrale, anche se è ingrassata, non è difficile, ma bisogna farla con metodo.

1 - mettersi dalla parte sinistra della moto e piegare il manubrio a sinistra;
2 - prendere con la mano sinistra la manopola sinistra del manubrio;
3 - con la mano destra acchiappare il maniglione, sotto la sella;
4 - fare scender il cavalletto centrale con il piede destro sulla leva del cavalletto centrale, finché non tocca terra;
5 - muovere la moto per fare in modo che il cavalletto, tocchi terra con tutti e due i piedini;
6 - contemporaneamente caricare il peso sul piede destro appoggiato, tirare in alto con la mano destra sulla maniglia ed in dietro con quella sinistra sul manubrio;
7 - se tutto è fatto come si deve (e non siamo particolarmente flaccidi) la moto dovrebbe staccarsi da terra, venire su da sola e sistemarsi comodamente sul cavalletto centrale.


Se si nota difficoltà, può essere che il cavalletto si è storto e non lavora bene da fulcro.
A me è capitato a seguito di una caduta. L'ho raddrizzato, ma ora si è piegato di nuovo. Lo dovrei portare a saldare. Per saldarlo si deve smontare con la necessità di tirare giù tutti gli scarichi. Allora tanto vale smontare anche il motore per cambiare la guarnizione di base che trafila un po'. Ma se lo apro, sicuramente ci saranno le fasce da cambiare in modo che si togleie il vizio di fumare. E già che ci sono voglio fare le sedi valvole, in modo che chiudano per bene.
Risultato .... per adesso uso il cavalletto laterale.
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Le nostre uscite ed i raduni. / 20.000 pieghe
Ho ricevuto da motoraduni.it, questo invito.

Ciao VII RADUNO AmiCX - IV RADUNO @HAWKFRIEND

Un po’ di storia
Nel 2009 si svolse la prima edizione della 20.000 Pieghe che senza ombra di dubbio ad oggi, può ritenersi la più importante manifestazione motociclistica italiana di Gran Fondo degli anni 2000.
Fu da subito un grande successo perché oltre a riunire in se i grandi valori del motociclismo quali la passione per la moto, l’avventura, la lealtà e l’amicizia, seppe anche coniugare il divertimento, l’abilità di guida e di navigazione del pilota, creando così un mix perfetto tra competizione e turismo.
Che cosa è
La 20.000 Pieghe è una gara di Gran Fondo che si svolge su normali percorsi stradali “asfaltati” aperti al traffico. Non è una gara di velocità e per vincere non serve andare forte, ma si deve essere bravi nell’individuare e seguire il corretto percorso, nel saper stare in sella e guidare per molte ore su percorsi di misto stretto, nel fare bene le eventuali prove speciali e rispettare eventuali tempi di arrivo.
Vincerà chi alla fine dei avrà fatto meglio queste cose.
Quando e dove si farà
Dal 10 al 14 Giugno 2015 si svolgerà la 7°edizione della 20.000 Pieghe , in un’area geografica compresa tra lo splendido scenario delle Alpi Bergamasche, Dolomiti Trentine e Alpi Svizzere.
Il quartier generale nel quale alloggeremo e dal quale partiremo e torneremo alla fine di ogni tappa, sarà il bellissimo Hotel Presolana sito in Castione della Presolana.
Il percorso
Il percorso formato da 3 tappe giornaliere (11-12-13 Giugno 2015) ciascuna di lunghezza variabile compresa tra i 330km ed i 430km “è segreto” e verrà svelato dall’organizzatore al partecipante solo il giorno prima di ogni tappa, tramite la fornitura di una Tabella di Marcia giornaliera. Il partecipante per scoprire il percorso dovrà riportare le indicazioni dei punti di attraversamento presenti nella Tabella di Marcia su una cartina stradale; unendo i punti definirà l’itinerario che dovrà poi seguire scrupolosamente.
Chi può partecipare
Tutti i motociclisti che amano le curve.
Si può partecipare singolarmente e/o come squadra, purchè formata da minimo 3 partecipanti.
Con quale tipo di moto
Si può partecipare con qualsiasi tipo di moto; turistica, vintage, enduro stradale, sportiva, naked, custom etc.
Perche partecipare?
Perché 20.000 Pieghe vuol dire piacere di guida, scoperta di un percorso misterioso che qualcuno ha scelto accuratamente per te, avventura, conoscenza di nuovi amici, godimento dei panorami, delle prelibatezze culinarie tipiche del luogo, sfida anzitutto con te stesso determinata dalla tua capacità di guidare per ore, di trovare il percorso corretto, di arrivare all’arrivo in orario.
Ma in ogni caso e indipendentemente da quanto sopra esposto, ricorda che la 20.000 Pieghe vuol dire prima di tutto appartenenza al mondo dei grandi valori del motociclismo quali la passione per la moto, l’avventura, la lealtà, l’amicizia, e tu con la tua partecipazione e la tua passione, non sarai un semplice iscritto, ma contribuirai a tenere vivi questi valori e a tramandarli.
 
Info
www.20000pieghe.it
Daniele Alessandrini daniele@20000pieghe.it Tel  +39 340 2849619
Manuela Verardi marketing@20000pieghe.it Tel +39 342 8824920

Ai nostri @hawkfriend dell'alto nord, potrebbe interessare?
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Brochure, pubblicità d'epoca, abbigliamento tecnico (tute, caschi, guanti etc. ), nonchè articoli e guide realizzati da noi o meno. / L'Honda non si è ispirata al caccia bombardiere americano "Nighthawk".
L'altra sera a cena, Nippo mi ha fatto crollare un certezza: l'Honda quando ha presentato la serie delle "Nighthawk" nel 1982 non poteva essersi ispirata al caccia bombardiere statunitense, per il semplice motivo che era un progetto "Top Segret", quindi non esisteva in quell'epoca.
Non penso possibile il contrario, ossia che l'Aeronautica Militare degli USA si sia ispirata alla moto dell'Honda per dare il nome al suo aereo da combattimento, insomma l'omonimia è una semplice fatalità.

Nel 1980 uscì un film - I falchi della notte - di Bruce Malmuth, con Rutger Hauer, Sylvester Stallone, Billy Dee. Titolo originale Nighthawks. Poliziesco, durata 99 min. - VM 14.
Racconta di un killer, al soldo del terrorismo internazionale, che architetta un massacro al palazzo delle Nazioni Unite. L'Interpol lo aspetta al varco, ma il killer riesce a eludere le trappole predisposte dal poliziotto italo-americano Da Silva che alla fine, però, avrà la meglio, sfruttando il primo atto d'indecisione dell'assassino.
Non mi sembra che abbia vinto nessun Oscar e reputo improbabile un qualsiasi collegamento con la serie della moto giapponese.

Allora? Secondo me è solo frutto di fantasia del Marketing Honda. Il progetto voleva creare una alternativa alle Harley Davinson per il mercato USA. Per cui doveva avere anche una precisa identificazione nel panorama della vasta offerta di moto ed è stato presentato con una denominazione che "suonava" bene.
Poi, a pensarci bene, di notte il falco dorme, non vola!
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Brochure, pubblicità d'epoca, abbigliamento tecnico (tute, caschi, guanti etc. ), nonchè articoli e guide realizzati da noi o meno. / Annunci su INTERNET
In questo nuovo topic, possiamo segnalare annunci interessanti o strani che abbiamo trovato su Internet.
Allora inizio io da
http://www.xxl-sale.it/ricerca/?q=650%20nighthawk&campid=5337421904&gclid=CN3PptrhosMCFSIGwwodq1IA6g
C'è di tutto, dalla serie di adesivi, agli ammortizzatori.
I prezzi mi sembrano molto interessanti.
Qualcuno li conosce?
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Le nostre uscite ed i raduni. / IV Raduno Nazionale @hawkfriend - 2015
Come, dove e quando farlo. Questo è il problema.

1. Si può venire in macchina, treno o cavacecio?

2. Quale dovrebbe essere il programma per un buon raduno?

3. Chi l'anno scorso non ha portato nulla da casa, quest'anno può venire lo stesso?

4. Avete un posto da proporre (bello, costa poco, si mangia bene, si beve meglio, sta in posizione facilmente raggiungibile, ....)?

5. Se uno russa, deve fare outing prima del raduno?

6. Se piove il raduno va rinviato?

7. E' giusto continuare a penalizzare quelli del sud, proponendo sedi difficilmente raggiungibili per loro?

8. Cercare di essere più vicino a Roma (sopra Firenze) in modo che ci possa essere una maggiore presenza di romani/campani oppure cercare un location dalle parti di Bologna per venire incontro alle esigenze dei lombardi/piemontesi e dei bellunesi/triestini?

9. Quale è il periodo migliore per fare il raduno?

10. Tu, quest'anno, sei dei nostri?
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Brochure, pubblicità d'epoca, abbigliamento tecnico (tute, caschi, guanti etc. ), nonchè articoli e guide realizzati da noi o meno. / Come cercare di rendere più difficile il furto del tuo Nighthawk
Hai finalmente il Nighthawk, il tuo Nighthawk.
Lo hai messo a posto ed ora è bello. Per te è stupendo.
Non hai speso un capitale, ma per te è comunque un bene prezioso.
Come cercare di difendere la tua piccola dai furti?

Per iniziare, specifichiamo che ci sono due tipi di furti, entrambi dolorosi:
1) - il furto parziale, scendi e ti accorgi che manca un fianchetto, o la sella, o il sebatoio, o .... Ti incazzi subito, ma altro non puoi fare che metterti a cercare di ricomprare quello che ti hanno rubato;
2) - quello totale, scendi e non la trovi. Non t'arrabbi subito, perchè il primo pensiero è "... ma dove l'avevo parcheggiata?". Se la risposta è " l'avevo lasciata qui ed ora non c'è più", allora è questo il tuo caso. Non ti ricomprerai mai quello che ti hanno portato via.

Si cerca di evitare i furti del primo tipo, mettendo la moto in un garage (per chi ce l'ha), comunque non lasciandola per lungo tempo nello stesso luogo all'aperto, coprendola con un telo, comunque cercando di metterla in posti non isolati, ma in modo che passi inosservata. Personalmente cerco di infilarla tra altre moto, in parcheggi dedicati.Se la lascia a lungo per strada, smonta i fianchetti e la sella. Coprila con un doppio telo e prova a dire una preghierina tutte le sere. Comunque una volta ogni due mesi, conviene spostarla. Non si sa mai.
Per il furto totale bisogna partire da una amara realtà: se un ladro ha deciso di rubare il tuo Nighthawk, non c’è verso, prima o poi la prenderà. Qualsiasi sistema può essere scardinato. Per limitare tale motivo di angoscia, vengono utilizzati gli antifurto, con il solo scopo di cercare di rendere il più difficile possibile il furto.
Quindi l'unica cosa da fare è  prevenire, insieme ad una serie di deterrenti. La logica è se un ladro ha deciso di rubare un Nighthawk come il tuo, la sua attenzione si poserà su quella moto che presenta meno deterrenti. Il suo nemico è uno solo il tempo, quindi rendiamogli la vita difficile, e se proprio aha deciso di portare via la tua cerchiamo di fargli impiegare più tempo per rubarla.In commercio ci sono svariati antifurti, meccanici ed elettronici, i più diffusi sono:
•   MECCANICI: blocca disco, catena con lucchetto, lucchetto ad U, sistemi vari che bloccano la leva del freno.
•   ELETTRONICI: antifurti sonori e con blocco motore.

Ricordiamoci che basta un furgone e tre persone e il tuo Nighthawk la sollevano e la portano via. Questo vale anche per gli antifurti elettronici, con il suono dell’antifurto che si attenua man mano che il furgone si allontana.

Vediamo le caratteristiche degli antifurti.
ANTIFURTI MECCANICI

Blocca disco
Questo sistema è in assoluto il più utilizzato.
•   PRO: facilità di trasporto, semplice e veloce da mettere e togliere.
•   CONTRO: facile da dimenticarsi che è stato messo e, se parti con il bloccadisco inserito, nel migliore dei casi ti piega il disco, nel peggiore ... meglio non pensarci! Inoltre è facile da forzare e  non impedisce di sollevare il Nighthawk. Se ti dimentichi di toglierlo sono dolori e figuracce.
•   CONSIGLIO: può può cercare di complicare la vita al potenziale ladro montandolo al contrario, perché la serratura, che è il suo punto debole, diventa difficilmente accessibile.

Catena con lucchetto o lucchetto ad U
•   PRO: abbastanza semplice da mettere e togliere. Puoi tentare di ancorare il Nighthawk ad un oggetto murato o cementato (come pali della luce ecc.), e solo in questo caso impedisce il sollevamento del Nighthawk. Abbastanza sicuro.
•   CONTRO: non facili da trasportare. Se non viene utilizzata per ancorare il Nighthawk a qualcosa di “fisso” può essere un validissimo aiuto per sollevarla.

ANTIFURTI ELETTRONICI
•   PRO: con o senza segnalatore acustico (sirena) utilizzano l’espediente di intervenire elettricamente od elettronicamente impedendo l’accensione del Nighthawk. Con sirena, oltre ad impedire l’accensione, serve dame e richiamano l'attenzione.
•   CONTRO: il fatto di non poter accendere la moto, non cambia di molto la vita al ladro che spesso arriva già con il suo furgone. Il Nighthawk non ha molti spazi utili a tale scopo.

Come sempre la prevenzione è meglio che piangere dopo:
•   il Nighthawk deve essere sempre posteggiato in posti ben visibili, mai nascosto o isolato, ma possibilmente  davanti a luoghi videosorvegliati,
•   se lo lasci, legalo sempre con una catena, che permetta di vincolare il Nighthawk in modo tale da non poter essere presa di peso, quindi fissala a qualcosa di robusto (paletto segnaletico, ecc.).
•   catena e lucchetto devono essere di marca, sono i più costosi, ma una volta acquistati lo sono per sempre.
•   si consiglia l'uso di catena in acciaio cementato a sezione quadra con lucchetto con doppio bloccaggio con cilindro anti manomissione e trapanatura;
•   se il Nighthawk viene lasciato incustodito per molto tempo, si potrebbe usare un doppio sistema di bloccaggio delle ruote. Infatti come si dice, due e meglio di uno, quindi catena e blocca dischi;
•   evitare l’acquisto di qualsiasi antifurto con chiave a nottolino, in quanto questi antifurti, è stato provato, si aprono facilmente.
•   si sconsiglia inoltre l’acquisto di “pitoni” , quegli antifurti a snodi flessibili ricoperti di plastica, sono comodi da trasportare e da mettere, ma, praticamente, si aprono con un buon paio di forbici.

Il deterrente di mettere in vista degli adesivi, che si trovano il dotazione ad alcuni sistemi di antifurto, del tipo “questo veicolo è protetto con sistema satellitare DIABOLIK ... non mi sembra che possano dissuadere un potenziale ladro.

Per quanto riguarda l'assicurazione, questo dipende da Agenzia ed Agenzia. Considerate che il valore riconosciuto è basso, per cui in caso di furto il risarcimento è minimo. Personalmente, tolti i primi anni, ho disdetto l'assicurazione del furto e mi sono comprato una bella catena! Sono passati oltre venticinque anni e, tolto i fianchetti, nessuno me l'ha portata via. Incrocio le dita e stringo i miei gioielli.
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Brochure, pubblicità d'epoca, abbigliamento tecnico (tute, caschi, guanti etc. ), nonchè articoli e guide realizzati da noi o meno. / La preparazione di un viaggio in moto oggi!
Scritto da devargas
Il passato si scontra col presente, alcune cose sono rimaste eguali nella preparazione di base di un lungo viaggio, ma le componenti tecnologiche oggi la fanno da padrone e guai se ti dimentichi qualcosa, parti nervoso...
Anche io sono rimasto coinvolto dalla comune tendenza. Male o bene... boh!
Ricordo un tempo: jeans, fularone, magliette, scarpe vecchie che usi per la moto, maglie pesanti, cartine geografiche, un impermeabile tascabile (tanto se piove ti fermi sotto un cavalcavia e aspetti, "in genere stavi in buona compagnia") e poi cos'altro... a si, candele di ricambio, un cavo frizione, e se volevi strafare una bomboletta di gonfia e ripara (grande inutile novità dell'epoca).
Oggi... oh mio Dio, dunque: andiamo su internet, consultiamo via Michelin o Google Maps, preparati l'itinerario, condividilo con gli amici e consultati in rete per perfezionare i dettagli ed apprendere le fermate più utili e le cose da vedere assolutamente.
Sembra una cosa inutile, ma fa la differenza, anche se in parte è limitativa ed abbatte un pochino sia la libertà che l'effetto sorpresa. Per contro devo dire che è effettivamente utile, prima, tante cose di un luogo si perdevano per scarsa preparazione al viaggio.
Poi vogliamo forse dimenticare gli amici di Facebook, i nostri gruppi che attraverso il digitale ci condividono tutto... ma proprio tutto? No, bene, è uno scopo aggiunto al viaggio.
Quindi telecamera digitale, action cam a bordo, navigatore, connesso col cellulare e gli interfoni, cartine sul navigatore con gli ultimi aggiornamenti, controllo autovelox attivato ed aggiornato, itinerario caricato, batteria di riserva pronte, almeno due o tre caricabatterie, schede di secondo operatore telefonico a seguito, e, ovviamente, una bella borsa serbatoio dedicata a tutto questo ben di Dio.
Poi, i piccoli problemini: ma la reflex digitale dove la metto per averla a portata di mano? Borsa serbatoio? Forse non c'entra e pesa troppo, forse è troppo esposta alle vibrazioni al di fuori della sua borsa, la potrei avvolgere nella fascia di neoprene? Insomma provare per credere, in questo caso "provare per capire".
L'aspetto tecnologico rivolto al multimediale non è l'unica cosa: via i quotidiani con funzione antivento, via i K-Way come impermeabile e via le soste sotto al cavalcavia in caso di pioggia. Oggi se si viaggia devi essere specialistico, quindi un bel completo di marca: goretex - armacore - cordura - e stivali, guanti, indumenti termici (eventualmente) e caschi super evoluti, completi, della serie tre in uno!
Le moto? "e che ve lo dico affà?" Centraline, prese di corrente, prese usb, 2 - 3 mappature, abs - tdc - ddt... no quello no, era dei miei tempi.
Se il viaggio incomincia dalla sua preparazione è indubitabile che inizia un bel po' di tempo prima, la cosa mi fa piacere, ovviamente, ma poi?
Già, come contraltare c'è che il viaggio a volte lo si idealizza (perché all'atto pratico è più dura di quanto immaginavamo) oppure si perde in parte la componente avventura, oppure si guida anche se stanchi perché tanto ci pensa l'elettronica a restituirci le giuste azioni che la mancata concentrazione non ci restituisce.
Ancora? Le moto... non si rompono, ma se mai decidessero di rompersi... bene si torna a casa, finita la vacanza: tra Gas ride-by-wire, ….. il cavo di fortuna e qualche chiave non servono ne bastano, ne basta spingerla: "mostri che, in assetto di marcia ed a pieno carico sfiorano i trecento chili".
Ultima componente è quella psicologica: prima un tramonto lo guardavi e lo conservavi nel cuore conscio di vivere un momento tuo, un attimo conquistato e raggiunto.
Oggi, invece, lo stesso tramonto lo guardi attraverso il monitor di uno smartphone e mentre abbassi gli occhi per inviarlo ai tuoi trecento amici ti perdi il meraviglioso "raggio verde" che il tramonto ed il caso avevano deciso di donarti. Ma tanto non te ne rammarichi... non lo saprai mai. Poi sali in sella, contento e felice per il dovere compiuto, e continua il viaggio, il tuo viaggio dedicato ad altri che, le tue foto, non le guarderanno due volte e che, sul dove ti trovi con la tua moto, in fondo, non frega niente anche perché, magari, stanno pensando al loro viaggio con due mesi di anticipo ed al come inviarti di rimando immagini e ricordi per te altrettanto inutili.
Oggi al guerriero solitario, poetico ed introspettivo, si è sostituito quello tecnologico, un po' più superficiale e per certi versi bambino: amiamo giocare, ma dal viaggio e dalla sua essenza scopriamo meno. Quale viaggiatore o modo di viaggiare sia migliore è una questione di preferenze. Io sono moderno e rimpiango l'antico, questo mi porta a non farmi coinvolgere troppo dalle modernità e dalle tendenze e sforzarmi di interpretare gli attimi, con la loro importanza, e la giusta dose di poesia.